Ti trovi qui: Home

Giovanni Mori, portavoce di Fridays for Future

Allevamenti intensivi e coltivazioni biologiche

Serena Boldrini: Buonasera,  la nostra domanda è questa, lo stress ambientale causato dalle coltivazioni e dagli allevamenti intensivi incide enormemente sul pianeta, come vede le filiere agro-zootecniche biologiche? È sufficiente la sigla “Biologico” o “Etico”?

Giovanni Mori: Allora, il tema sollevato è essenziale nel senso che a me non piace fare le percentuali precise, però capiamoci è sicuramente uno dei settori più impattanti, qualcuno dice il 18 qualcuno il 20 qualcuno il 30% qualcuno il 40% le emissioni a livello globale comprendono tutta la filiera quindi sia la parte deforestazione per il cibo sia poi l’impatto degli allevamenti veri e propri, quindi non si può far finta di niente. Sicuramente sappiamo da un lato molti modi per attuare cose di questo tipo senza avere quel tipo di impatto quindi sicuramente l’intensivo non aiuta, ma l’intensivo risponde a una domanda che c’è, quindi a monte noi dobbiamo cambiare da questo punto di vista le nostre abitudini alimentari, uno studio di LANCET dice che noi dovremmo ridurre il nostro uso di proteine animali di qualcosa come il 76% per pensare di poter essere sostenibili a livello mondiale. Allo stesso tempo agricoltura e allevamento sono parte del problema e possono essere l’altra parte della soluzione perchè l’agroecologia e alcune soluzioni citate, vi cito questo studio bellissimo “Project Drawdown” mostrano come i terreni se conservati adeguatamente possono diventare dei pozzi di carbonio incredibili, quindi possono essere parte della soluzione.

Pragya Soavi: Buonasera, le volevamo chiedere come vede l’uso della produzione biologica/etica, basta una legge?

Giovanni Mori: Eh vabbè…in realtà no, va specificato ovviamente non basta una legge, in Italia siamo già tra l’altro tra le nazioni in Europa con più produzione di biologico, nel senso che in Italia da sempre abbiamo un pò più attenzione rispetto ad altre nazioni alla produzione agroalimentare, il fatto è che il biologico porta per esempio, da un lato in alcuni casi meno produttività per come viene intesa rispetto a produttività industriale, per farvi due numeri la produttività industriale significa che l’80% delle risorse del mondo viene usata per fare quel 20% di produzione industriale e viceversa col 20% delle risorse mangiano l’80% delle persone, quindi capite la produzione industriale non è necessariamente la soluzione, anzi è quella che ci ha portato fino adesso. Sicuramente la produzione biologica e che comunque vada a rispettare di più quelli che sono, li chiamo i ritmi-bioritmi, i ritmi biologici dalla stagionalità al non sovrasfruttamento delle risorse naturali dei terreni, letteralmente fanno bene poi alla produzione, non solo le cose sono più buone, sono molto più sane e, come si può dire, fanno più bene anche all’ambiente e a noi. Quindi si,non basta ovviamente una legge, serve agire su vari livelli compresa la sensibilizzazione se no ci sembra che le cose costino troppo invece magari costano semplicemente il giusto.

Approfondimenti

https://www.facebook.com/greenaetwork/videos/301128041604892 chiacchierata di 30 min con Roberto Burdese, ex presidente Slow Food International

https://www.drawdown.org/sectors/food-agriculture-land-use la sezione di Project Drawdown che raccoglie le soluzioni del settore agricolo, uso delle terre e cibo

Per ottenere l'attestato di partecipazione, utile al fine dell'ottenimento dei CFU (se previsto dal tuo Corso di Studio), devi compilare e la scheda di valutazione del gradimento e rispondere alle domande di verifica. Se supererai il test, riceverai l'attestato nella tua casella di posta elettronica.