Alberto Mantovani, dirigente di ricerca, Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dellISS
Gli interferenti endocrini
Marta Pirrello: Perché ci preoccupano gli interferenti endocrini?
Alberto Mantovani: Buonasera, gli interferenti endocrini sono un gruppo molto diverso di sostanze: ci sono le diossine, ci sono diversi gruppi di pesticidi, ci sono alcune sostanze comprese nelle plastiche, ci sono anche sostanze cosiddette naturali che poi troviamo negli integratori che hanno tutte qualcosa in comune. Possono danneggiare la salute nostra e degli animali che vivono poi negli ecosistemi, alterando lequilibrio degli ormoni e questo è qualcosa di particolarmente preoccupante per due ordini di motivi: primo perché unalterazione degli ormoni ha in realtà, a seconda del sesso e a seconda delletà, moltissime ricadute. Pensiamo gli estrogeni, sì, sono importantissimi per la riproduzione, ma sono anche importanti per losso, quindi unalterazione mi può provocare molte conseguenze negative. Poi lequilibrio degli ormoni è particolarmente importante per lo sviluppo in utero e anche del bambino e quindi mettiamo a rischio con unesposizione non controllata, non valutata interferenti endocrini proprio la generazione futura, cioè il futuro della nostra società, con effetti che magari non vediamo subito ma che vedremo a lungo termine con un aumento di patologie croniche, come diabete e obesità, mito di infertilità e anche aumento di alcuni tipi di tumori. Purtroppo questi non sono solo delle preoccupazioni venute da studi sperimentali, ma sono anche preoccupazioni che vengono da un numero crescente di studi epidemiologici sulluomo e infine gli interferenti endocrini ci preoccupano per questo motivo, perché essendo un gruppo disparato e abbastanza numeroso di sostanze, le possiamo prendere insieme, magari a dosi piccolissime ogni singola sostanza, ma insieme attraverso gli alimenti, oggetti di consumo e lambiente.
E questo cosa vuol dire: che cè la possibilità di un effetto cocktail fra sostanze ad esempio che si sommano arrivando tutte allo stesso bersaglio.
Lucia Valentini: Quindi secondo lei cosa si può fare?
Alberto Mantovani: Si può fare moltissimo in realtà e devo dire lUnione Europea, come spesso succede con tutti i suoi difetti e lentezze, è però allavanguardia su questo e il problema è che lUnione Europea non rappresenti il resto del mondo.
Vediamo cosa si può fare. La prima cosa è una identificazione di tutti gli interferenti endocrini, quindi ci sono ancora sostanze che non sono state adeguatamente testate e vanno identificate come interferenti endocrini e questo ovviamente vale anche per le sostanze nuove. La seconda è fare controlli sullambiente, sugli alimenti perché purtroppo alcune sostanze, una volta immesse nellambiente anche se sono vietate poi le continuiamo a trovare lesempio classico è il DDT; quindi migliorare i controlli andando proprio a colpire alimenti e comparti ambientali a bersaglio.
Unaltra cosa molto importante alcuni di queste sostanze pesticidi, sostanze presenti nelle plastiche, sostanze ignifughe come i ritardanti di fiamma bromurati sono utili. E allora cosa bisogna fare? Bisogna sostituirli, come richiede un programma generale dellUnione Europea, con altre sostanze che hanno una simile utilità come ad esempio pesticidi a basso rischio, metodi di coltivazione agro-ecologici che però possono proteggere le produzioni agricole (perché le produzioni agricole vanno protette) sostituirle con sostanze efficaci e a minor rischio.
Infine va ricordato che, in attesa di queste grandi strategie, ci sono alcuni comportamenti nella vita quotidiana ad esempio nellacquisto/uso di materiali a base di plastica che anche il cittadino può adottare e sono stati loggetto di un decalogo che abbiamo pubblicato nel 2014 con lIstituto Superiore di Sanità e il Ministero dellAmbiente che è del 2014 ma è ancora complessivamente utile e valido.
Approfondimenti
Istituto Superiore di Sanità Interferenti Endocrini https://www.iss.it/inte-interferenti-endocrini
Agenzia Europea per le Sostanze chimiche (ECHA) interferenti endocrini https://echa.europa.eu/it/hot-topics/endocrine-disruptors