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Agostino Di Ciaula, Presidente del comitato scientifico di ISDE

Inquinamento alimentare e salute

Chiara Peli: Sappiamo che sostanze chimiche potenzialmente dannose possono essere introdotte nell’organismo attraverso l’alimentazione. Quali sono i rischi per la salute umana?

 

Agostino Di Ciaula: Siamo immersi in un mare di sostanze chimiche potenzialmente tossiche con le quali abbiamo a che fare quotidianamente, nella maggior parte dei casi in maniera assolutamente inconsapevole. Sono circa ottocento sostanze chimiche diverse e si chiamano interferenti edocrini. Sono presenti in numerosissimi oggetti di uso quotidiano: sostanze come bisfenoli, ftalati, composti perclorati, pesticidi, insetticidi…Residui di queste sostanze possono trovarsi in oggetti inimmaginabili: dal cibo confezionato ai giocattoli per bambini, dalle bevande in lattina agli articoli per l’infanzia.
Secondo la European Chemical Agency, in Europa sono commercializzate più di centomila sostanze chimiche diverse. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) se riducessimo in maniera efficace la quantità di sostanze chimiche presenti nell’ambiente potremmo salvare fino a 1,6 milioni di vite all’anno, senza contare il numero di malattie che non causano morte ma malattie croniche e disabilità come le malattie metaboliche, quelle neurologiche, quelle ormonali.
Queste sostanze sono introdotte nell’organismo prevalentemente attraverso cibi e bevande e mediante contatto cutaneo. Sono dannose anche in minime concentrazioni: sono persistenti nell’organismo e per esposizioni prolungate possono causare le malattie che vedete elencate nella slide. Ancora una volta ad essere più a rischio sono i soggetti più fragili: feti, bambini, anziani, ammalati cronici.

Brigit Sanchez: Quali sono le possibili soluzioni?

Agostino Di Ciaula: L’unica soluzione possibile è garantire il diritto al vivere in un ambiente libero da sostanze tossiche. Bisogna ridurre la produzione ed il commercio di sostanze chimiche tossiche, a livello globale e a livello nazionale. Bisogna rivedere la normativa vigente per renderla più utile a garantire una efficace tutela sanitaria, anche in termine di controlli su sostanze non ancora adeguatamente normate o non normate affatto.

A livello individuale, dobbiamo cercare di evitare l’utilizzo di oggetti a rischio. Dobbiamo familiarizzare con i nomi strani di queste sostanze: ftalati, bisfenoli, composti perfluoroalchilici dovrebbero entrare nella terminologia e nella conoscenza comune. Conoscerli per evitarli.

Approfondimenti

Sostanze chimiche negli alimenti 

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